Fotografie "dal confine" in una mostra a Milano

Scritto da Stannah il 10-11-2010

La fotografia, come qualunque altra forma d’espressione umana, si trova da sempre su una linea di confine: chi la guarda non sa mai fino in fondo se ciò che vede sia la realtà o una ricostruzione filtrata dall’obiettivo di chi ha scattato. Non è quindi casuale il titolo della mostra in apertura il prossimo 11 novembre alla galleria Camera 16 di Milano: “Bordeline”, ossia “Linea di confine”, dà voce in sessanta scatti a tre grandi fotografi come Lisetta Carmi, Luciano D’Alessandro e Mario Dondero (da noi intervistato poco tempo fa: nella foto a sinistra, tre opere dei protagonisti),
ciascuno con una personale visione della propria materia artistica.
Molto diversi
sono infatti i loro percorsi biografici e creativi, tutti però caratterizzati da una sensibilità fuori dal comune e da un’altrettanto inusuale solidarietà nei confronti degli umili e degli ultimi.
Lisetta Carmi nasce a Genova nel 1924 da una famiglia ebrea, un’ascendenza che le causa non pochi problemi per via delle leggi razziali che la inducono a isolarsi e a rifugiarsi nello studio del pianoforte. La via d’uscita, almeno apparente, sono i ritratti che l’autrice dedica ad altrettanti esclusi dalla società, come erano i travestiti e gli omosessuali della sua città negli anni Sessanta.
Luciano D’Alessandro nasce invece a Napoli nel 1933 da una famiglia di sindacalisti fortemente antifascista e si avvia giovanissimo alla carriera del fotogiornalista. Gli esclusi sul suo confine sono i disoccupati della città natale, ma soprattutto i malati di mente dell’ospedale psichiatrico di Nocera Inferiore. Per l’autore, la verità si mostra nello svelamento della condizione dell’uomo.
Simile è su questo aspetto la visione di Mario Dondero, 82 anni, passato dalle foto letterarie e mondane ai reportage sociali sull’Italia e su Paesi poveri o in guerra, secondo la sua personale frontiera della ricerca della verità. Per Dondero, non si tratta di “una verità assoluta”, “artificiosa”, ma “dell’autenticità”, che “il fotografo può restituire solo se è franco e leale”.
E voi che idea avete della fotografia e in generale della verità? Se potete, andate a visitare la mostra (gratuita) che resterà aperta fino al prossimo 8 gennaio 2011 dal martedì al sabato dalle 15 alle 19 (per informazioni: 02/36601423) e poi diteci la vostra!