Il prestigio della vecchiaia
Scritto da Stannah il 10-12-2009
Chi l’ha detto che vecchio sia un concetto negativo? Anche se la societa’ contemporanea ci spinge a esaltare solo la giovinezza, se ci pensiamo bene ci sono molti esempi che ci indicano esattamente il contrario. Per esempio, il “Ponte Vecchio” di Firenze non puo’ essere certo giudicato “brutto” o, peggio, inutile; lo stesso vale per i manoscritti dell’era pre-Gutenberg e per tutta l’arte antica. Vecchio, insomma, e’ assai piu’ spesso sinonimo di cio’ che e’ resistito alla prova del tempo.
Lo stesso prestigio che attribuiamo ai simboli che hanno fatto grande la storia dei popoli potremmo trasferirlo anche ai nostri avi piu’ stretti e ai nostri “vecchi”. A loro volta, gli anziani che assistono alla trasformazione del proprio corpo non dovrebbero sentirsi tristi solo perche’ non sono piu’ resistenti come un tempo. La loro forza non sta nel fisico ma nel bagaglio di vita che sono stati capaci di accumulare anno dopo anno e che ora possono passare alle nuove generazioni. Della vecchiaia come “forza” parla Luciana Quaia nell’articolo che pubblichiamo oggi nell’area Magazine, settore psicologia. La nostra esperta ha infatti scelto di recensire un interessante libro di James Hillman, grande psicologo americano.
Voi che cosa ne pensate della vecchiaia? Vi sentite meglio ora che avete qualche anno in piu’ o vi preferivate da giovani? Leggete l’articolo e poi diteci la vostra, vi aspettiamo.
Leggi l’articolo di Luciana Quaia