Invecchiamento attivo: quando l'anziano diventa una risorsa

Scritto da Stannah il 14-10-2016

L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce l’invecchiamento attivo come “un processo di ottimizzazione delle opportunità relative alla salute, partecipazione e sicurezza, allo scopo di migliorare la qualità della vita delle persone anziane”.

Un invito alle persone anziane a non lasciarsi andare dopo una certa età, ma a continuare ad essere membri attivi della comunità, lavorando, facendo volontariato, esercizio fisico, percorsi di formazione e prendendosi cura della propria famiglia, accudendo i nipoti ad esempio.

Questo nuovo concetto è strettamente legato al fenomeno della continua crescita della longevità nella nostra penisola. Secondo le elaborazioni ISTAT, infatti, nel 2016 in Italia gli over 65 sono circa il 22% della popolazione.

Dobbiamo imparare a trarre il meglio da questi cambiamenti demografici approfittando appieno del potenziale che queste persone possono ancora offrire, con conseguenti benefici su tutti i livelli: lavorativi, economici e sociali – sia per i diretti interessati che per la comunità.

Il deputato Edoardo Patriarca, presidente del Centro Nazionale per il Volontariato, afferma che “il saper coinvolgere le persone in tutte le fasi della vita, anche in quella più anziana, vuol dire un guadagno per il paese in termini di volontariato, di benessere della persona, di cura del bene comune”.

In Italia, sono però quasi del tutto assenti delle politiche per l’invecchiamento attivo. La possibilità di una transazione graduale al pensionamento e il prolungamento della vita lavorativa è per il momento confinata al solo ambito lavorativo. Studi recenti hanno dimostrato come la maturità non sia un ostacolo allo svolgimento del proprio lavoro, ad eccezione delle professioni di lavori pesanti. L’invecchiamento, infatti, porta del valore aggiunto quale l’aumento del pensiero strategico, della capacità di giudizio, della capacità di razionalizzare e un miglioramento delle competenze linguistiche. Inoltre, studi dimostrano come i lavoratori anziani sviluppino un maggior senso di lealtà verso l’azienda e siano tendenzialmente meno assenteisti.

Nel campo del sociale, invece, sono state fatte proposte al fine di incentivare la popolazione over 65 al volontariato, ricevendo dagli enti locali delle agevolazioni e dei bonus come i buoni pasto, ma rimaste ancora inattive.