Occhi azzurri sotto due ciglia bianche
Scritto da La Redazione il 25-02-2009
Il mese di San Valentino è ormai agli sgoccioli, ma di inni all’amore ne abbiamo sempre bisogno, soprattutto se arrivano da una “penna libera” come Gianfranco Parenti, sempre delicata e poetica… a voi il suo nuovo racconto: buona lettura!
Occhi azzurri sotto due ciglia bianche appena sollevate; il sorriso aperto, la mano tesa e l’invito perentorio e cortese: “Entrate, fate come se foste a casa vostra”, detto con semplicità e genuino interesse verso di noi.
La casa semplice, essenziale e curata, resa impervia da una scala erta, consumato ogni gradino da quarant’anni e forse più di salite e discese e ancora risalite e innumerevoli altre discese. I due anziani coniugi, soli, senza figli, si guardavano spesso, complici in un amore confessato da lui in modo esplicito: “Ogni sera che m’addormento accanto a lei, ringrazio Iddio d’avermela data“.
La signora conferma sia pure con femminile ritrosia, con un lieve abbassamento degli occhi, con un impercettibile rossore sulle guance e un sorriso birichino, lo stesso intenso sentimento. Ottantasei anni lui, qualcuno di meno lei. Vitalissimi entrambi: un brusio sulla strada e, a turno, ora lui, ora lei, s’alzano, aprono la finestra, s’affacciano e intrecciano una conversazione in dialetto stretto delle loro valli.
Ma chissà se siamo ancora nell’alto savonese o già sfumiamo nel cuneese. I due coniugi, divertiti d’essere oggetto di tanta popolarità (nelle due ore della nostra visita questi intermezzi alla finestra si sono avvicendati più e più volte, dando luogo a fitti scambi, solitamente chiusi da risate e invii di saluti calorosi),
s’accusavano lieti d’esser reciprocamente irrefrenabili chiacchieroni.
“Quando usciamo, sempre meno per gli acciacchi, ci fermiamo ogni due per tre e lei chiacchiera, chiacchiera…”, fa lui, ammiccante. “Io, eh? – ribatte lei, fintamente seccata, evidentemente contenta – Tu piuttosto! Tu che attacchi bottone con chiunque…”.
E lui, fintamente burbero: “Ma sentila, lei che conosce ogni damina della zona…“.
Lui viene ancora rimbeccato da lei che finge stizza: “E tu che ripassavi il greco ed il latino ogni sera per fare lezione la mattina presto ai ragazzi che prendevano il pullman per andare a scuola…”.
Insomma, ci siamo trovati circondati da un cicaleccio incessante, come talvolta capita, in campagna, di venire circondati da centinaia di storni, appollaiati fra i rami degli alberi, invisibili ma presentissimi!
Appollaiati in verità i due anziani lo erano davvero, ma senza ali che potessero consentire, perlomeno ogni tanto, qualche svolazzo, sia pur breve, tutti insieme.
Reclusi come in una piccola voliera, i due coniugi guardano giù, la stradina sottostante, dove il passeggio frequente delle persone, attizza lampi di vita.
La voce e lo sguardo sono le loro ali di oggi, il sorriso e la cordialità il cielo in cui ancora spaziano, sembra, senza rimpianti.
Gianfranco Parenti