Trasformarsi è un'arte. Parola del blogger Amalteo

Scritto da Stannah il 02-02-2009

radioC’è trasformazione e trasformazione, così come ci sono le fasi della vita. Come diceva Carl Gustav Jung, il segreto di un’esistenza felice sta tutto nel “sapersi adattare” allo scorrere del tempo.
Comincia così, con una dotta citazione, la chiacchierata di “Muoversi Insieme” con Amalteo, blogger di successo: il suo “Tracce e sentieri”, ricco di stimolanti riflessioni, di meravigliose fotografie e di contributi audio di grande spessore, è commentatissimo. Ed è facile capirne il perché: l’autore è sempre garbato con chi interviene, anche quando non è d’accordo con un’opinione e allo stesso modo lo sono anche i suoi visitatori, che possono sempre contare sulla calorosa accoglienza del padrone di casa. Da poco Amalteo ha compiuto sessant’anni, un’età a suo dire “straordinaria”. Gli abbiamo chiesto di spiegarci come mai.


“Considero questo pezzo d’età intorno ai sessant’anni il più intenso: ho già superato la fase dell’apprendimento, poi quello del consolidamento del lavoro e nel frattempo ho anche trovato la donna della mia vita. In definitiva, come dice lo psicologo Erik Erikson, nel mio passato sono riuscito a mettere in piedi le impalcature fondamentali di ogni esistenza, il lavoro e l’amore, e adesso mi trovo nella pre-vecchiaia, ossia in un periodo in cui non posso ancora andare in pensione come è stato possibile alle generazioni passate, ma avendo già superato i primi due stadi prima descritti, vivo una lunga fase di passaggio che per me è molto stimolante”.

Quindi per lei la trasformazione è un concetto positivo?
Sì, per me, quella del sapersi adattare è un’arte: e poi dalla capacità di trasformarsi possono nascere professioni e intelligenze organizzative straordinarie.

Però potrebbe anche significare mascherarsi: come giudica chi si maschera?
Se parliamo degli anziani che fanno finta di essere giovani, beh, non li vedo positivamente… perché, attenzione: se può essere divertente travestirsi una volta all’anno come si fa a Carnevale, un’interfaccia diversa da quella reale da esporre nelle relazioni può diventare una maschera di ferro, come quella delle storie cavalleresche…

Come si immagina la sua vecchiaia, finita la fase “pre”?
Con ancora più tempo libero di adesso. Perché davanti alla pensione, di solito, ci sono due possibili comportamenti: per chi ha sempre solo lavorato, smettere è un vero dramma. Queste persone si intristiscono, diventano preda della malinconia.
Poi c’è l’altra modalità, la mia, che sarà legata all’inevitabile lento deteriorarsi delle condizioni fisiche

In che senso?
Ho una certezza tra tutte: la mia vista, già molto provata dai libri, che amo molto, e dagli schermi del pc, subirà un ulteriore abbassamento… quindi mi prefiguro di utilizzare di più l’udito, sempre che mi sia possibile. Sì, credo che ascolterò molta radio!

Solo programmi o anche musica?
Tutti e due. Decisamente immagino una vecchiaia immersa in un universo di suoni, e sono convinto che chi ha sviluppato una cultura musicale fin da giovane, ne sarà molto avvantaggiato da vecchio.

Come?
Perché la musica può essere ascoltata anche in cuffia! Perciò, per esempio, chi vive nelle residenze per anziani, potrebbe ascoltare quel che vuole anziché restarsene a ciondolare su una sedia! Sì, la musica è una risorsa fantastica per tenere contento il cervello.

E lascerebbe andare i suoi amati libri? Che ne pensa degli audio-libri?
Molto bene! Chi ha investito in questo settore ha fatto un ottimo investimento: sì, sono un mercato notevole per gli anziani!

Insomma, non si vede ad annoiarsi, da vecchio…
Affatto: nella vita il trucco, per me, è mantenersi curiosi. E in effetti, se c’è un sentimento che credo di non aver mai provato è la noia.

Quindi quali consigli darebbe a chi sta per affrontare il fatidico passaggio della pensione?
Di mantenersi curiosi, di stimolare il cervello, di coltivare relazioni adeguate alla propria fase della vita. Insomma, come dice il proverbio, di fare il passo secondo la lunghezza della propria gamba.

Che ne pensa della sua esperienza virtuale: la consiglia a un anziano?
Senza dubbio, anche perché imparare nuovi programmi, anche solo saper mandare le email, è un allenamento incredibile per il cervello. Per me, confrontarmi con quelle che chiamo le tecnologie internettiane è stato come prendere l’ultimo treno. E sono felice di averlo fatto, anche se questo è stato motivo di conflitto con mia moglie…

Forse sua moglie ha paura che se ne lasci catturare del tutto… del resto, la sua idea di vecchiaia mi sembra molto intellettuale: non crede che anche muoversi, uscire, possa essere altrettanto stimolante?
Senz’altro. Con mia moglie abbiamo comprato nel 1989 una casa in campagna, che abbiamo battezzato “Amaltea” (di qui il mio nome da blogger),
come la capra nutrice di Zeus (ci sembrava un segno propizio…). Lì mi dedico al giardinaggio, che pare faccia bene quanto e più di un’ora di palestra. Ma in effetti ho in mente anche un altro progetto, e cioè conoscere meglio la mia città, visitandola a piedi. Avendo lavorato fuori, non ne ho mai avuto il tempo… Sì, penso proprio che mi darò all’arte del passeggiare…

Benissimo, grazie mille, Amalteo, e, come dice spesso ai suoi lettori, buona vita da tutti noi!

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