Una passione "reale" per la lettura

Scritto da Stannah il 12-11-2008

La lettrice di Jean Honoré FragonardSe Alan Bennett volesse scrivere il seguito de “La sovrana lettrice”, probabilmente partirebbe dal recente scontro tra Elisabetta II, protagonista assoluta della storia, e il maestro Riccardo Muti.
Nel “sequel” lo scrittore inglese potrebbe infatti sostenere che il vero motivo che ha spinto la sovrana d’Inghilterra ad accorciare la scaletta del concerto prefissata dal direttore d’orchestra dalla chioma ribelle, in occasione della festa per il sessantesimo compleanno del principe Carlo, è sempre il solito: Elisabetta aveva fretta di tornare alle sue letture, una passione che non ammette surrogati, neanche sotto forma di note sublimi…


Chissà se Bennett ci ha pensato davvero, in ogni caso, per chi ha letto il suo prezioso racconto potrebbe essere un’ipotesi plausibile.
Nella realtà, Elisabetta II è nota per aver pronunciato negli eventi ufficiali il minor numero di parole di qualsiasi altro regnante. Perché mai un personaggio simile dovrebbe fare storie sulla lunghezza di un concerto? Almeno, quando si suona, non si parla…

Tutt’altra natura ha invece la regina immaginata dal grande scrittore, il quale ci accompagna nel suo crescente amore per i libri. L’incontro iniziale è casuale: anzi, è colpa dei suoi cani, come dice l’autore, che improvvisamente prendono a latrare furiosamente. L’oggetto che ha destato tanta ostilità nelle bestiole reali è la biblioteca itinerante di Westminster, fermatasi nel giardino di sua maestà per la tappa settimanale.

La sovrana incontra così Norman, uno sguattero dai capelli rossi e la lingua lunga, che sta prendendo in prestito un libro. La regina gli chiede che roba sia, Norman non si fa problemi a risponderle, né dopo, quando Elisabetta gli chiede un giudizio sul libro che ha scelto lei: per il ragazzo non è un granché. La sovrana però non si arrabbia, e anzi avvia una fitta conversazione con il suo nuovo pupillo… il fatto che Norman sia probabilmente gay e che non sia molto portato per le buone maniere, non frena minimamente l’entusiasmo di Elisabetta, che si immerge sempre di più nei libri, nello sconcerto di tutta la corte.

Sì, più aumenta la passione della regina, più si accresce la preoccupazione del suo governo.
Addirittura un giorno le fanno sparire un volume da sotto il cuscino della carrozza reale, nel viaggio di ritorno dalla cerimonia di apertura del Parlamento: e dire che Elisabetta non vedeva l’ora di inforcare di nuovo gli occhiali e proseguire nella lettura, dopo essersi sorbita i barbosi discorsi ufficiali

Il problema è che la regina è molto esigente, anche con gli altri: a tutti chiede se leggono e che cosa leggono, generando smarrimento in buona parte dei suoi sottoposti. Qualcuno comincia a prepararsi delle risposte preconfezionate, in maniera da non fare scena muta, qualcun altro scappa direttamente, pur di non sottostare all’interrogatorio della sovrana

Pagina dopo pagina si capisce che Bennett ci prepara a un evento clou, che qui accenno soltanto, per spiegare le ragioni della scelta di questo libro nel mese dedicato al ricordo alla memoria.
Chi legge, prima o poi, si fa prendere anche dalla voglia di scrivere. Per la maggioranza, provare a mettersi dall’altra parte è assai arduo: chissà perché, le parole non scorrono bene e le frasi sembrano concentrati di banalità. Anche Elisabetta si lascia tentare, ma essendo ormai consapevole della profonda differenza tra scrittura e letteratura, decide di raccontare semplicemente se stessa.

Insomma, la sovrana vuole lasciare una traccia del proprio passaggio sulla terra, prima che altri si prendano la briga di farlo al posto suo… ma la sua decisione non è priva di conseguenze sulle sorti del Paesea voi il compito (piacevolissimo) di scoprire quali siano!

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