I nonni, i nipoti e la villeggiatura inter-generazionale
Scritto da Alessandra Cicalini il 12-05-2010
Giocare con i nonni? Per i nipoti è un vero piacere: a dirlo, è una ricerca condotta da Italo Farnetani, il pediatra autore delle due guide che insegnano agli adulti del primo cerchio (i genitori) e del secondo (i nonni) a comunicare con la generazione da zero a 19 anni. Si tratta di una notizia rassicurante, a ben guardare, soprattutto per tutti quei genitori costretti dal lavoro a restare in città durante l’estate: se è vero che i loro bambini e ragazzi stanno così bene in compagnia dei nonni, si potrà tranquillamente lasciarli partire con questi ultimi verso le località di villeggiatura. Sempre che, naturalmente, gli stessi nonni non abbiano prenotato una vacanza per conto proprio (come abbiamo visto nell’articolo di Laura Cantoni il mese scorso) o, viceversa, non vadano da nessuna parte. In quest’ultimo caso, poco male: i nonni potrebbero comunque passare qualche ora in compagnia dei nipoti mentre i genitori sono ancora occupati. Tutto sta a trovare attività da svolgere insieme senza inutili ansie da prestazione. Che cosa fare, quindi?
Secondo Farnetani, “l’importante è che scelga il nipote”. Certo, il pediatra parla in particolare dei bambini più piccoli, ossia quelli fino a sei anni, perché è proprio questa la fascia d’età più bisognosa delle loro cure. In ogni caso, i nonni dovrebbero tentare di trasmettere alla loro discendenza “immagine, affetto e radici“. Che cosa intende dire? Che i nonni dovrebbero ricordarsi di essere oggetto di emulazione da parte delle piccole creature, che da loro i bambini si aspettano rassicurazione/incoraggiamento e spiegazioni sulla vita. Quest’ultimo sembrerebbe il compito più difficile da eseguire, invece potrebbe diventare il più agile se si adotta un piccolo accorgimento: “Ai vostri nipoti – raccomanda il pediatra – raccontate le storie della vostra famiglia, le vostre esperienze, e fatelo in modo semplice: ai bambini piacciono le storie vere, esattamente come preferiscono i dolci fatti in casa a quelli della pubblicità”.
In generale, poi, i nonni attuali hanno maggiore cultura e competenze: “Per esempio, ci sono anche molti maschi che sanno cucinare: ecco, potreste preparare insieme qualche ricetta: oltretutto, saper riconoscere gli ingredienti è un’ottima arma di prevenzione contro l’obesità”.
I più sportivi (come aveva già detto nell’intervista che ci ha rilasciato qualche tempo fa) potrebbero anche andare con i nipotini in piscina oppure a cavallo, “uno sport molto coinvolgente”, considera ancora.
In un certo senso, i suoi consigli sono superati dai numeri da lui stesso snocciolati: “Oggi – prosegue infatti il professore – un milione di nonni porta in vacanza un milione e settecentomila nipoti: non si tratta di gite dalla mattina alla sera, ma di vacanze vere e proprie”, con tanto di valigie e viaggio.
La villeggiatura inter-generazionale è stata resa possibile dalle abitudini consolidatesi durante tutto l’anno, ossia grazie ai sempre più frequenti momenti trascorsi insieme da nonni e nipoti.
A questo proposito, Farnetani sottolinea come durante la settimana i bambini da zero a sei anni giochino in percentuale più con i nonni di quanto non facciano con i loro coetanei. In particolare, dice il pediatra, “la nonna batte tutti”, sia nei feriali che nei festivi: i piccoli giocano con lei nel 35,7% dei casi durante la settimana (contro 35,4 dei compagni di nido-materna) e nel 33,1 % durante il fine settimana (contro il 25,8% passato con i coetanei non parenti). Le proporzioni si manterrebbero anche nella fascia d’età successiva, da sei a dieci anni, anche se, ovviamente, il tempo passato con gli amici è di gran lunga maggiore.
In tutti i casi, per Farnetani è evidente la centralità del rapporto nonni/nipoti che, a suo giudizio, non permette solo un risparmio in termini economici, come sottolineato di recente da un convegno sindacale, bensì morale e sociale. Per il medico, anzi, se si dovesse monetizzare adeguatamente l’impegno dei nonni nella tenuta delle famiglie italiane, bisognerebbe dar loro “quanto prendono i parlamentari e i magistrati di Cassazione”. Da buon toscano, Farnetani non poteva che chiudere con una battuta, ma, si sa, nello scherzo c’è sempre anche un fondo di verità. Chissà che non ne tengano conto i nonni del futuro.