Medicina estetica, sì o no?

Scritto da Massimo Tanzi il 06-02-2009

venere di miloDa sempre gli uomini associano la bellezza alla gioventù. Il desiderio di conservare l’una e l’altra è altrettanto antico, ma solo in tempi molto recenti si è cominciato a pensare di realizzarlo davvero.
Il cambiamento epocale nella percezione che gli esseri umani hanno degli anni che passano è legato all’allungamento della vita e al contemporaneo sviluppo della medicina estetica. Quest’ultima ha conosciuto un vero e proprio boom negli ultimi 20-30 anni, di pari passo con l’affermazione dei canoni di bellezza imposti dai mass media, che vogliono tutti “giovani e belli”, anche da vecchi.


Tra gli anziani, gli interventi di medicina e chirurgia estetica stanno avendo una notevole espansione: anche tra loro è mutata la concezione estetica del corpo, con notevoli ripercussioni sociali e psicologiche.

Sottoporsi a un intervento estetico può essere utile anche per motivi di salute, per esempio per ripristinare identità anatomiche gravemente lesionate o per correggere gravi imperfezioni costituzionali.

E tuttavia bisogna stare attenti, soprattutto quando a volere un intervento estetico è una persona anziana, potenzialmente più vulnerabile di un adulto giovane.

maschere di bellezzaUno dei compiti del geriatra è proprio quello di distinguere e differenziare il fisiologico dal patologico.
Se l’inestetismo del paziente anziano può essere considerato un vero e proprio allarme che segnala una malattia imminente, il medico deve curare le malattie stesse legate all’età, deve cercare di prevenirle nella maniera più efficace e tempestiva possibile.

Con la parola “inestetismo” si intende comunemente ciò che è antiestetico e/o brutto, o meglio, ciò che non è gradevole all’osservazione, che non risponde ai comuni canoni della bellezza.

Ad esempio, nella vecchiaia il progressivo incurvarsi della colonna vertebrale è stato da sempre considerato uno degli elementi più caratteristici e antiestetici.

Negli anziani acquista inoltre particolare importanza l’edentulia, ossia l’assenza, visibile, totale o parziale dei denti.
La cute, poi, rappresenta l’organo spia dell’invecchiamento corporeo, anche perché essa è continuamente sotto i nostri occhi.

L’invecchiamento cutaneo ha due aspetti fondamentali, anche se differenti, i cui effetti si sommano: il primo è l’invecchiamento cronologico, cioè quello determinato dal puro e semplice passare del tempo; l’altro è il fotoinvecchiamento (ossia l’invecchiamento dovuto all’esposizione ai raggi solari) e si basa sulla formazione locale di sostanze che non hanno un ruolo fisiologico, come i radicali liberi.

Normalmente tutte le cellule posseggono i meccanismi di difesa in grado di annullare l’azione dei radicali liberi. Soprattutto nell’anziano che si espone eccessivamente ai raggi solari, l’epidermide diventa secca e ruvida.

donna allo specchioLa cute appare inoltre assottigliata, assume una “trasparenza” che non si vede nelle persone giovani, ed è meno elastica. Anche i vasi sanguigni della pelle, a causa della degenerazione delle fibre elastiche indotta dai raggi ultra-violetti, subiscono delle modificazioni, dilatandosi e dando origine alle teleangectasie, note più comunemente come couperose.

Se attualmente è solo pura teoria intervenire sull’invecchiamento cronologico, a dispetto delle pretese dei prodotti cosmetici, è possibile attenuare il fotoinvecchiamento.

Bisogna evitare, soprattutto in età avanzata, l’eccessiva abbronzatura; poi bisogna utilizzare le comuni creme, dotate di filtro solare e idratanti, anche nella vita di tutti i giorni e non soltanto in spiaggia o ai monti. Non bisogna trascurare il corretto uso di detergenti, che deve essere comunque non prolungato e/o eccessivo.

Non è facile agire sul danno ossidativo, cioè contrastare l’azione dei radicali liberi, in particolare sulla pelle, se non in modo indiretto. Si deve dare precedenza agli alimenti di origine vegetale ricchi di antiossidanti, innanzitutto vitamine A ed E).

Anche il fumo, producendo un’enorme quantità di radicali liberi, contribuisce a danneggiare la cute: perché allora non stimolare l’astensione da questa brutta abitudine?

Bisogna ricordare che una dieta carente si manifesta anche con una modificazione dello stato di nutrizione della cute, con diminuzione dell’elasticità, aumento delle rughe, disidratazione (soprattutto per carenza vitaminica). Questi fenomeni possono facilmente passare sotto il quadro generale di “invecchiamento”.

un’ultima considerazione “estetica”: il “vecchio” molto spesso si trascura. La trascuratezza è la vera malattia della vecchiaia (mi viene in mente Cecco Angiolieri e il suo duro “S’io fossi foco”).

Non bisogna dimenticare tuttavia che la cura eccessiva del proprio corpo, specialmente ad una certa età, potrebbe diventare ridicola come la trascuratezza.

In ultima analisi, il medico deve sempre rispettare le leggi della biologia e non deve andare contro natura, per cui non deve essere condizionato dalla moda, assecondando i miti dell’efficientismo e del giovanilismo oggi molto in voga.

Un soggetto anziano sano non può essere considerato brutto solo perché i suoi capelli sono completamente bianchi o la sua cute, benché sana, presenta delle rughe sul viso, o perché il suo passo non è spedito come quello di un giovane.

Innanzitutto, il medico deve accertarsi che non vi siano delle cause organiche, responsabili soprattutto degli effetti a carico dell’apparato scheletrico; ne sono un esempio l’osteoporosi o le bronchiti croniche, comportando in particolare queste ultime il tipico torace rigido senile o l’artrosi e l’artrite reumatoide che sono un’altra causa importante di inestetismi, soprattutto a carico delle mani e dei piedi.

A carico dello stesso piede riscontriamo sovente le dita a martello e l’alluce valgo, responsabili di varie alterazioni del cammino.

Non è raro, poi, riscontrare in pazienti molto anziani e trascurati l’onicogrifosi: le unghie degli alluci crescono tanto da curvarsi e rendere difficile la deambulazione.

uomo al truccoInsomma, la medicina e chirurgia estetica nell’anziano devono essere considerate come una vera e propria medicina preventiva perché, se vale il binomio che ciò che è antiestetico è anche non-funzionale, ne scaturisce allora che correggere un inestetismo può significare anche restituire maggiore funzionalità all’organismo nel suo insieme.

Infine, anche se i modelli dominanti sembrano dirci altro, non dobbiamo dimenticarci che oltre al corpo abbiamo anche un’anima: coltivare entrambi ci renderà “belli”, a qualsiasi età.