Sarcopenia, allenarsi a viverla bene

Scritto da Massimo Tanzi il 25-10-2010

Quando si parla di anziani, vengono in mente numerose patologie tipiche dell’invecchiamento, ma non si pensa mai al quadro clinico complessivo di chi ha aggiunto “anni alla vita”. Andando avanti con l’età, infatti, la massa muscolare diminuisce per tutti: quel che non è ancora del tutto chiaro è perché in alcuni casi le conseguenze di questa perdita divengano particolarmente importanti tali da costituire una patologia vera e propria nota come sarcopenia.
Il termine è stato coniato da Irwin Rosenberg nel 1988 e deriva dal greco antico (sarx = carne; penia = perdita). La sarcopenia indica dunque un declino neuro-motorio ed è tra le principali cause di debolezza e invalidità nell’anziano.
Come si accennava sopra, infatti, entro certi limiti la riduzione della massa muscolare è “fisiologica” (riduzione della sintesi proteica muscolare, perdita e disorganizzazione dei miofilamenti); si riscontra però una percentuale non trascurabile di individui in cui la perdita è clinicamente eccessiva. E’ proprio in questi casi che si parla di sarcopenia: essa ha un decorso silente, progressivo e asintomatico, per lo più mascherato dalla stabilità del peso corporeo, che non corrisponde affatto alla medesima composizione corporea in termini percentuali tra massa magra (e quindi muscoli) e massa grassa.
Il muscolo è uno dei più importanti consumatori di energia dell’organismo; esso perde, a partire da un’età intorno ai 45 anni, la capacità di produrre e consumare energia con le stesse modalità che utilizzava prima.
La sarcopenia inizia a comparire intorno ai 40-50 anni, ma accelera la sua presenza intorno ai 75 anni. Il segno più evidente è rappresentato dall’atrofia delle fibre muscolari veloci. Per questo motivo, non tutti i muscoli presentano lo stesso grado di perdita tessutale, avendo una composizione percentuale in contenuto di fibre lente e veloci che varia a seconda della tipologia specifica del muscolo stesso, e di conseguenza della sua ubicazione nel corpo umano.
Può manifestarsi in soggetti sedentari, o in seguito a un lungo periodo di inattività fisica; oppure può accentuarsi semplicemente con l’invecchiamento. Fino ai 60 anni si perde, in termini di forza muscolare (forza = massa x accelerazione),
circa il 12-15% per decade; in seguito si può arrivare anche al 30% per decennio. La potenza muscolare (potenza = lavoro / tempo) presenta un progressivo declino pari al 3-4% all’anno.
l’attività fisica pregressa costituisce un elemento di protezione, anche se relativo, rallentando sia l’insorgenza che lo sviluppo della sarcopenia.
La diminuzione di massa muscolare è più evidente nei maschi che nelle femmine. Nel sesso maschile è correlata al calo ormonale, in particolare del testosterone, di cui sono noti gli effetti anabolizzanti, in particolare sul metabolismo proteico.
La sarcopenia non può essere considerata un semplice processo legato a una relazione causa-effetto; deve essere piuttosto considerata un evento multifattoriale, causato da: declino dell’apparato endocrino; stato infiammatorio cronico; aumentati stress ossidativi; alterazioni degenerative a carico del Sistema Nervoso Centrale; riduzione dell’attività fisica; denutrizione cronica con ridotto apporto proteico ed equilibrio energetico negativo; anoressia età-correlata.
Con l’età, la sarcopenia potrebbe derivare da: 1) un danno mitocondriale, le cui conseguenti carenze energetiche, a livello delle fibre muscolari, causerebbero un’atrofia delle fibre stesse. La fibra atrofica necrotizza e viene sostituita da infiltrazioni di tessuto connettivo e adiposo; 2) un’alterazione della sintesi proteica, cioè uno sbilanciamento tra capacità delle fibre del muscolo di portare a termine una corretta sintesi delle proteine strutturali e la “fisiologica” componente degradativa delle stesse.
Però, la teoria attualmente più accreditata è quella relativa alla degenerazione e alla riduzione del numero dei motoneuroni spinali, solo parzialmente compensata da processi di reinnervazione e dal reclutamento di un maggior numero di miofilamenti muscolari. l’efficacia contrattile diminuirebbe inevitabilmente.
Come conseguenza della riduzione, legata all’invecchiamento, dello stimolo trofico dovuto all’attività del nervo motore e delle relative placche neuro-muscolari, si innesca un processo che porta all’atrofia delle fibre del muscolo striato. Anche nella sarcopenia, quest’ultimo invia informazioni di “rimodellamento” al terminale del nervo motore. Però, con l’età, il numero delle unità motorie funzionanti diminuisce comunque in maniera irreversibile; il meccanismo molecolare della contrazione muscolare, tuttavia, non sembra subire alterazioni apprezzabili.
Le conseguenze della sarcopenia sono: riduzione del metabolismo basale e dell’Indice di massa corporea (in inglese BMI, ossia Body mass index); ridotta sensibilità all’insulina; osteopenia/osteoporosi; riduzione della forza, della potenza, della resistenza, del massimo consumo di ossigeno; deficit di equilibrio e ridotta mobilità (conseguente rischio di cadute).
Compare incapacità, ad esempio, nel salire o scendere le scale, oppure nel portare a casa la spesa; la frequenza del passo è fortemente ridotta.
La gravità delle cadute è legata anche alla riduzione dell’effetto cuscinetto data dal muscolo sull’osso. l’evoluzione verso l’osteoporosi è anche conseguenza della riduzione delle forze muscolari agenti sulla struttura scheletrica.
La sarcopenia produce una forte alterazione della termoregolazione, con intolleranza/ridotta risposta al freddo.
La presenza e l’accumulo dei radicali liberi a livello muscolare determina cambiamenti profondi anche nella capacità che hanno le fibrocellule muscolari satelliti di riparare i danni subiti dalle fibre stesse.
In soggetti anziani, con scorrette abitudini alimentari, inappetenza e/o patologie croniche, situazioni che presentano un insufficiente apporto di nutrienti anche a livello muscolare, si dovrebbe prendere in considerazione l’opportunità di introdurre integratori dietetici di vitamine B6, B12, D, oltre a calcio e aminoacidi.
Nell’anziano, un peso stabile può mascherare una perdita di massa magra e quindi di massa muscolare.
Nella sarcopenia, infatti, aumenta la componente grassa e di tessuto connettivo nel muscolo scheletrico (le misurazioni della massa muscolare e del tessuto adiposo, in particolare nella coscia, sono state effettuate con la TAC e quelle del grasso corporeo totale con il metodo DEXA).
Questi cambiamenti strutturali sono accompagnati da un declino progressivo nella forza muscolare e nella performance fisica.
In soggetti obesi, una scorretta terapia dimagrante accelera la sarcopenia, causando un’ulteriore perdita di massa muscolare che si sovrappone a quella dovuta all’invecchiamento.
Durante la fase del dimagrimento, si assiste inevitabilmente anche ad una certa perdita di massa magra oltre a quella grassa. Nel giovane e nell’adulto questo effetto negativo è ricompensato dagli effetti positivi del calo ponderale ed è inoltre una perdita che può essere soggetta a recupero tramite attività fisica. Nell’anziano, invece, il recupero non è scontato, sia a causa del minor impegno fisico a cui può essere sottoposto, sia per la diminuita efficienza anabolica dovuta all’età.
Occorre quindi prestare molta attenzione a sottoporre un ultrasettantenne, se obeso, a dieta ipocalorica. E’ forse più opportuno mirare verso aspetti di qualità dell’alimentazione piuttosto che sulla quantità; bisogna inoltre porre attenzione all’attività fisica. I risultati saranno inferiori, come effettiva perdita di peso; saranno probabilmente superiori come qualità e quantità di vita.
Somministrando programmi di attività fisica a scopo terapeutico, si ottengono risultati a volte così significativi da determinare un deciso miglioramento sia delle condizioni locali (recupero muscolare) che di quelle generali (riduzione della disabilità).
Quindi, il primo intervento terapeutico da considerare consiste nell’introduzione di un corretto programma di allenamento, anche se non tutte le forme di esercizio hanno la stessa efficacia nel promuovere un aumento di forza muscolare. Gli esercizi di tipo aerobico sub-massimale, costituiti da numerose contrazioni muscolari protratte nel tempo con minima resistenza, possono contribuire all’aumento della massa e della forza muscolare nei soggetti debilitati, soprattutto dopo lunga immobilizzazione.
Viceversa, in soggetti sani, che praticano una normale attività fisica, l’efficacia di questi esercizi ha effetto soprattutto sulla capacità cardiovascolare. Allo scopo di ottenere un sostanziale miglioramento di forza, massa e performance muscolare, si rende necessaria in questi individui l’introduzione di protocolli che comprendano esercizi anaerobici di potenza.
Quindi, un esercizio regolare che preveda fasi di allenamento progressivo dovrebbe essere applicato per attenuare la perdita di massa muscolare negli anziani fragili od obesi che intraprendono una terapia dimagrante.
Concludiamo con due messaggi: 1) anche il soggetto molto anziano è allenabile. Ricordiamo che anziani allenati possono avere una forza uguale o superiore a quella di giovani sedentari; 2) la sarcopenia è un passaggio obbligato al quale conviene adattarsi scegliendo uno stile di vita e un comportamento alimentare più consono alla nuova realtà. Altro non serve.

Bibliografia
– Gli studi di Giorgio Fanò pubblicati anche su Benessere.com;
– Istituto Inter-universitario di Miologia, Centro di Scienze dell’Invecchiamento (Ce.S.I.) Laboratorio di Fisiologia Clinica dell’Università “Gabriele d’Annunzio” Chieti-Pescara;
Sarcopenia, a cura di Fabrizio Moda, Specialista in Scienza dell’Alimentazione e Kinney JM: Nutritional frailty, sarcopenia and falls in the elderly. Cuu Opin Clin Nutr Metab Care. 2004 Jan; 7(1):15-20;
– Roubenoff R: Sarcopenia: a major modifiable cause of frailty in the elderly. J Nutr Health Aging 2000;4(3):140-2.
– Marcell TJ: Sarcopenia: causes, conseguences, and preventions. J Gerontol A Biol Sci Med Sci. 2003 Oct; 58(10):M 911-6;
– Antonio Sgadari, Università Cattolica del Sacro Cuore Roma, La prevenzione della fragilità;
– Lucchin L., Kob M., Facchin N., Servizio di Dietetica e Nutrizione Clinica – Azienda Sanitaria dell´Alto Adige – Comprensorio di Bolzano: La sarcopenia dell’anziano.

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