Andropausa, quando il desiderio maschile si addormenta

Scritto da Massimo Tanzi il 03-04-2009

Dopo i quarant’anni il testosterone perde a poco a poco la sua libertà… si può riassumere con questa metafora l’affacciarsi dell’andropausa, la sindrome clinica tipicamente maschile, caratterizzata dal calo nella produzione degli ormoni androgeni, primo fra tutti, appunto, il testosterone “libero”.
l’andropausa somiglia molto alla menopausa, ma tra le due sindromi c’è un’importante differenza: la prima non compare necessariamente in tutti i maschi e non ha sintomi chiari e repentini.

La diminuzione nella produzione ormonale androgenica non avviene infatti in tutti gli uomini, ma solo in una variabile dal 10 al 50% di maschi dai 40 ai 50 anni. Intorno ai 65-70 anni e oltre, invece, l’andropausa è nettamente più frequente.
Essa può dipendere anche dal malfunzionamento dei recettori ormonali per gli androgeni.

in amaca

l’andropausa resta comunque per definizione una possibilità: è possibile trovare maschi molto anziani ancora fertili.

I sintomi dell’andropausa non differiscono da quelli presentati da soggetti più giovani con alterazioni ormonali relative alla sfera sessuale e sono caratterizzati da:
riduzione della massa magra con deterioramento del volume e della forza muscolare;
aumento della massa grassa con localizzazione a livello viscerale;
riduzione dei peli corporei e alterazioni cutanee;
disturbi del sonno e della memoria, specie a breve termine;
riduzione della densità minerale ossea con quadri variabili fino all’osteoporosi, con significativo aumento del rischio di fratture;
modificazioni del tono dell’umore e/o delle funzioni cognitive con possibile irritabilità, affaticabilità e depressione;
– riduzione del desiderio sessuale (la disfunzione erettile ne è un esempio).

Si possono verificare inoltre disturbi della termoregolazione (come le “abnormi sudate”),
disturbi di natura otorinolaringoiatrica (come la congestione cronica delle vie nasali),
la tendenza all’anemizzazione, la presenza di ginecomastia (abnorme sviluppo della ghiandola mammaria, spesso asimmetrica),
la ridotta dimensione dei testicoli.

l’uomo in andropausa è spesso pessimista e di cattivo umore e reagisce meno ai normali stress della vita, si fa problemi per tutto, diviene più suscettibile e triste.

Indicativamente, non è raccomandabile una valutazione degli ormoni androgeni circolanti nel sangue in un soggetto senza sintomi tali da indurre nel sospetto di andropausa.
La terapia sostitutiva a base di testosterone o derivati è utilizzata da molto tempo nella cura dell’uomo in andropausa, spesso con età superiore ai 60 anni. l’obiettivo fondamentale è quello di ripristinare i normali livelli circolanti di testosterone e minimizzare i segni e i sintomi della ridotta funzione ormonale dell’apparato genitale maschile.

Inoltre il trattamento include più comunemente il ripristino della funzione sessuale, della libido e della sensazione di benessere in senso lato. Non è curativo ma sostitutivo.

in riflessione

Una terapia mirata è possibile se non dopo aver escluso la presenza di importanti fattori di rischio cardio-vascolare, quali le alterazioni del metabolismo glucidico/lipidico, l’ipertensione arteriosa, l’obesità viscerale, il fumo e lo stile di vita sedentario.
Nell’ambito dell’inquadramento del sintomo “disfunzione erettile”, bisogna accertarsi che il paziente non assuma uno dei farmaci che molto spesso vengono assunti in queste fasce d’età (ad esempio il SILDENAFIL CITRATO, il cui nome commerciale, Viagra, è diventato famosissimo).

Inoltre, bisogna verificare l’eventuale assunzione farmacologica di anti-ipertensivi, digossina e antiaritmici, tranquillanti maggiori e minori, antidepressivi, antiparkinsoniani, farmaci anti-ulcera gastrica/duodenale, antiemetici, preparati a base di ormoni sessuali.

Per instaurare una terapia mirata, è fondamentale, quindi, l’assenza di controindicazioni assolute, quali il sospetto o diagnosi di carcinoma della prostata o della mammella – purtroppo possibile anche nel maschio -, nonché di condizioni morbose preesistenti per le quali la somministrazione di androgeni anabolizzanti potrebbe rappresentare un fattore aggravante (insufficienza cardiaca severa, sindrome delle apnee notturne non trattata, sintomi severi di ostruzione del basso tratto urinario correlati ad iperplasia prostatica benigna).

Se volete saperne di più (e conoscete l’inglese),
vi può essere d’aiuto consultare il sito della Società internazionale per l’invecchiamento maschile che ha sede in Svizzera.